domenica 13 febbraio 2011

Ciao Marco...

Come ogni anno sono qui a ricordati. Sembra ieri che mi giunse un sms di una persona cara che mi diceva del fattaccio. E' difficile crederci eppure è tutto vero. Ormai non stai più scalando nessuna montagna, hai raggiunto la vetta. Hai lasciato a noi il ricordo delle tue imprese, dei memorabili attimi che toglievano il respiro. Ti ho visto sul Terminillo, durante un amato giro, ma non eri più come prima, fermato poi da qualcosa o qualcuno più ignobile. A me restano i tuoi insegnamenti e gli occhi lucidi al tuo ricordo. Ai festeggiamenti per le vittorie e alle lacrime per le sconfitte. Resto qui a chiedermi perchè mi piace questo sport e perchè, nonostante tutto, nutro una grandissima ammirazione nei tuoi confronti. Forse perchè quelli come noi hanno voglia di sognare e noi dal passo del Pordoi chiudiamo gli occhi e vediamo il mare. Oppure perchè ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino e dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino, e mio nonno mi aspettava senza dire una parola, perché io e la bicicletta siamo una cosa sola. Ma l'insegnamento più grande però è questo: in fondo una salita è una cosa anche è normale, assomiglia un po’ alla vita devi sempre un po’ lottare...Tu hai lottato come noi ogni dì e per questo ti ricordo così: "Non c'è niente da fare... quando la strada si rizza sotto i pedali Pantani è il più forte (Adriano De Zan)".

Ciao Marco

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