lunedì 5 settembre 2011

Nemmeno un addio o un arrivederci...

Avrei immaginato di descrivere con altre parole il mio pensiero. Siamo in momento in cui l'affetto è l'unica cosa che salva veramente i sensi e le relative persone. Il silenzio, però, è logorante per chi parla molto e all'improvviso smette, mentre è strano per chi scrive tanto ed a momenti cede ai puntini di sospensione. Parlare e scrivere fanno inoltre capire chi siamo e che cosa vogliamo, ma soprattutto cosa vogliamo essere o non essere. Ma per molti l'orgoglioso momento di fare i duri e lasciarsi a messaggi subliminali tende ad appagare i sensi ed a rovinare situazioni piacevoli. Ed è per questo che invece di parlare di amore, si parla di se e come, perchè o per cosa?
Il tentativo agnostico di non giungere a conclusioni affrettate è la spiacevole situazione di chi poi dopo pensa e ripensa ai sè, che appagano il dubbio e non la mente. E adesso siamo qui, con in mano freschi silenzi, orologi che scandiscono un ora, calendari che segnano date e stiamo a guardare il sole che lentamente sorge senza dirsi nulla. Nemmeno un addio o un arrivederci...ed è la situazione più spiacevole a chi crede in quacosa...

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